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martedì 6 ottobre 2009

Università di Pavia: “La Sindone è un falso!”


Potrebbe essere un falso il “Sacro Lenzuolo” esposto a Torino. I risultati della nuova ricerca dell’Università di Pavia verranno presentati al Congresso Nazionale del CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) che si terrà ad Abano Terme dal 9 all’11 ottobre. Intanto, sulla Sindone si riapre il dibattito.

di CLAUDIA MIGLIORE

Un lenzuolo. Il lenzuolo in cui secondo i vangeli Giuseppe di Arimatera avvolse il corpo di Gesù deposto dalla croce. Il lenzuolo che porta impresso il volto e il sangue di Gesù. Questo è quello che si sa della Sacra Sindone. Quello che non si sa è se la Sindone di Torino, quella comparsa negli anni cinquanta del XIV secolo nelle mani del cavaliere Goffredo di Charny e di sua moglie Giovanna di Vergy, quella ceduta nel 1452 al duca di Savoia Ludovico il Generoso, quella danneggiata da un incendio scoppiato nella sacrestia della cappella ducale di Chambery, quella portata a Nizza, poi a Vercelli, poi di nuovo a Chambery e poi a Torino, sia “quella” Sindone. La Sacra Sindone.
Secondo il chimico Luigi Garlaschelli dell’Università di Pavia quella di Torino non è la Sacra Sindone. E’ stato realizzato un esperimento. In laboratorio il chimico ha provato a ricreare quell’immagine su un lenzuolo. E ci è riuscito. Eccola qui. La Sindone del XXI secolo. Immaginate che confusione se qualcuno le trovasse entrambe tra altri 100 anni!
In realtà nessuna delle due è quella originale dal momento che Garlaschelli sostiene che un bravo falsario nel 1300 avrebbe potuto avere tutti gli strumenti necessari per fare la stessa cosa. Una prova abbastanza empirica che ci dice che “quella” Sindone non risale all’età di Cristo. “Quella” Sindone è del 1300. Ma Garlaschelli non è l’unico a dirlo.
La prova del carbonio 14. Dal 1989 al 2008.Nel 1989 sulla Sindone di Torino vengono svolti alcuni esami. Quelli con il carbonio 14. Il carbonio 14 è un isotopo radioattivo presente in tutte le sostanze organiche che comincia a decadere dopo la morte di tali sostanze. La datazione con il radiocarbonio non fa altro che misurare la quantità di isotopi di carbonio presenti e, in considerazione dei tempi di decadimento, individua con una certa approssimazione la data in cui tale decadimento è partito. Per dirla semplicemente e sinteticamente. Sulla Sindone di Torino i test sono stati condotti da ben tre laboratori, Oxford, Tucson e Zurigo. Tutti e tre hanno portato allo stesso risultato. Il lenzuolo è di epoca medioevale. E’ un falso databile tra il 1260 e il 1390 circa. Tutto chiaro. La Sindone di Torino resta lì. Continua ad essere esposta periodicamente e ad attirare fedeli (si parla di ostensioni n.d.r.) e il mondo scientifico rimane tranquillo per un po’ di anni. Fino al 2008. Marzo per la precisione. La BBC riapre il mistero con una ricerca ed un documentario, confutando i test del 1989. Le immagini ad alta definizione condotte dalla troupe della BBC sulla Sindone di Torino e le prove storico scientifiche elaborate dagli scienziati in questi anni mettono in discussione i risultati della datazione con il carbonio 14. Due scienziati in particolare, John Jackson e Christopher Ramsey, dichiarano che le tecniche attuali di datazione con il carbonio 14 sono più avanzate e confermano la possibilità che anche un lenzuolo di lino, risalente davvero all’epoca di Gesù, potrebbe essere risultato più recente all’esame condotto nel 1989. Con il documentario della BBC del 25 marzo 2008 si riapre il dibattito.
Il volto di Leonardo da Vinci. Le ipotesi recenti.Piovono libri, saggi, ipotesi e nuove teorie. La più avvincente tra tutte è senz’altro quella della scrittrice toscana Vittoria Hazel. Studiosa di Leonardo da Vinci, il cui volto rappresenta un mistero non meno fitto di quello della Sindone, la Hazel, lo ritrova nella Sindone. “A cavallo del Cinquecento, su commissione di Bayazet II, un sultano ottomano, Leonardo da Vinci creò la Sacra Sindone. Prese una tela antica e servendosi di un ferro arroventato sul fuoco disegnò sulla tela l’immagine di un uomo che portava sul corpo i segni della tortura e della crocifissione. Per disegnare l’impronta del volto, Leonardo usò se stesso come modello, realizzando dunque un autoritratto”. Teoria affascinante. Che però mal si sposa con la datazione del 1989 anche se la Hazel sostiene che la data del lenzuolo non è necessariamente la stessa dell’immagine impressa che potrebbe essere stata creata in un momento successivo.
E arriviamo ai giorni nostri e all’esperimento di Garlaschelli che colloca nuovamente la Sindone di Torino al 1300 e al Medioevo.
Ma allora Gesù? La Sacra Sindone? Il Santo Graal protetto dai cavalieri templari? Non ci sono più certezze. Tutto e il contrario di tutto. E la Sindone di Torino, che già non ne ha passate pochissime tra traslochi, cambi di proprietà ed incendi, è lì e continua a rimanere un mistero. Un mistero che, aldilà del comprensibile interesse scientifico, genera ulteriore interesse, attenzione, curiosità. E il dubbio un po’ ci viene che forse per qualcuno è meglio così. Perché chi ci crede continuerà a crederci e chi non ci crede ne sarà incuriosito.
Nel 2010 è programmata una nuova “ostensione”. La sindone verrà nuovamente esposta. Rinnovata e ristrutturata. Potrà essere oggetto di nuovi studi. Sarà oggetto di nuova curiosità. Torino si attende due milioni di turisti a partire da aprile e per i 40 giorni successivi. E’ stato creato anche un logo. Sono benvenuti gli sponsor e le promozioni. E di questo nessuno ne fa mistero.
(6 ottobre 2009)