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lunedì 2 luglio 2012

La filosofia di Indiana Jones

A cura di Claudio Bonvecchio - Mimesis

Bonvecchio _ MimesisDall'Arca dell'Allenza al segreto dei teschi di cristallo, dall'America all'India passando per il Vecchio Continente, sfidando predatori, spie e militari, ora nazisti, ora sovietici: attraverso l'immaginario storico, geografico, ma soprattutto mitico a cui attinge la saga di Indiana Jones - quattro film di immenso successo, ma anche telefilm, fumetti, videogiochi - il genio di Lucas e Spielberg si cimenta in una sfida creativa che ha pochi analoghi nella cosiddetta cultura di massa. Una cultura rivolta all'entertainment, certo, ma non per questo ingenua o superficiale. Non stupisce dunque che nelle avventure di Indiana Jones sia presente una vera e propria visione del mondo, articolata e complessa. Un'immagine dell'uomo, un senso della vita, delle vicende terrene, del potere e della forza, che trovano espressione nella formazione e nelle avventure di questo personaggio che affonda le sue radici sia nel mondo del mito e del simbolo che in quello della cultura di una epoca: di quel "secolo breve" in cui le società sono mutate radicalmente. Ecco perché, se un grande filosofo come Heidegger sosteneva che bisognava trovare le radici del pensiero genuino nel linguaggio poetico, altrettanto si potrebbe dire per quello filmico, perché non diversamente dal primo quest'ultimo trae ispirazione da quel mondo immediato e inconscio da cui emergono le immagini primordiali, la trama subliminale che ispira ogni grande pensiero e ogni grande cultura.
 La scheda del libro dal sito dell'Editore