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giovedì 13 febbraio 2014

Il Gran Maestro Gustavo Raffi risponde al sindaco di Messina: "Così si rischia di discriminare uomini liberi. Accorinti è l'unico a cui piace giocare alle ombre"

Lettera aperta alla Gazzetta del Sud

Messina"La verità cammina sempre insieme alla franchezza". Lo scrive il Gran Maestro Gustavo Raffi in una lettera aperta alla "Gazzetta del Sud", nella quale replica al sindaco di Messina, Renato Accorinti, sottolineando che dopo aver letto le sue affermazioni e la replica al presidente del collegio dei Maestri Venerabili di Messina, Luigi Raffa, si rende necessario un chiarimento. "Poiché gli uomini del Grande Oriente d'Italia hanno dimostrato sempre volontà di dialogo portando nei fatti e con la loro storia le 'argomentazioni' per le loro tesi, invitando più volte Accorinti a uscire dal qualunquismo, ci sembra che l'unico a cui piace giocare alle ombre sia proprio il sindaco di Messina che - sottolinea Raffi, ricordando l'invito al confronto, caduto nel vuoto e nel silenzio, rivolto al primo cittadino in agosto - non vuole sedersi a un tavolo e parlare con noi dopo averci guardato negli occhi". "Di fronte a una polemica assurda, che rischia di discriminare uomini liberi occorre estrema chiarezza. Delle due l'una: o il sindaco è prevenuto verso la Libera Muratoria e ha pregiudizi insormontabili che gli impediscono di confrontarsi con i massoni, in questo caso ha dei limiti evidenti nel trattare con alcuni dei suoi cittadini, oppure ha un atteggiamento che punta a far sentire i massoni come dei discriminati", osserva il Gran Maestro, ricordando che "l'Europa ha condannato da tempo discriminazioni contro il diritto alla libertà di associazione". "Il Gran Maestro Onorario prof. Santi Fedele e, tra tanti altri, il notaio Silverio Magno e soprattutto il sottoscritto, in qualità di primo Fratello accanto ai Fratelli tutti di Messina, attendono solo di poter chiarire questa vicenda kafkiana - conclude Raffi - Accorinti ci indichi come, dove e quando preferisce farlo. Sono pronto a venire domani stesso in una città che amo e che non discrimina i Massoni perché è abituata al vento del confronto".
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