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mercoledì 10 dicembre 2014

Il Gran Maestro Stefano Bisi: «Massoni si nasce. Esserlo è un pregio»





di  - Lettera 43 (www.lettera43.it)

In Italia «troppi pregiudizi» contro le logge. Che sono invece «luoghi di incontro e dialogo». Il Gran Maestro Bisi a L43: «Siamo un esempio di trasparenza».

Si intitola Massoni. Società a responsabilità illimitata. È il libro con cui Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico (God), sta scalando le classifiche di vendita in Italia.
Un testo corposo, oltre 600 pagine nella quali l’autore bolla i personaggi più influenti della storia contemporanea (da Margareth Tatcher ad Angela Merkel fino a Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Osama Bin Laden e Barack Obama) come massoni.
Si tratta, come ha spiegato lo stesso Magaldi, dell’inizio di una trilogia che promette altre «sconcertanti» rivelazioni.

«IL NOSTRO È UN POTERE SPIRITUALE». Stando alle affermazioni del Gran Maestro del God, oggi «se non sei massone non hai alcuna chance di arrivare al vero potere».
Un’impostazione con cui non è d’accordo Stefano Bisi, giornalista, eletto il 2 marzo scorso Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (la più numerosa comunione massonica del nostro Paese) dopo i 15 anni di gran maestranza di Gustavo Raffi.
«Quello dei massoni è un potere spirituale che permette di stare insieme ad altri fratelli favorendo la crescita interiore del singolo individuo», spiega Bisi a Lettera43.it. «Magaldi tiri fuori le prove di quanto ha scritto», incalza. «I nomi che ha citato nel libro? Sicuramente non fanno parte del Grande Oriente d’Italia».


DOMANDA. Ha letto Massoni?
RISPOSTA. No, non l’ho letto.
D. Lo farà?
R. Penso di no.
D. Dal libro emerge un quadro nel quale il governo del mondo sembra essere totalmente conteso dalle Ur-Lodges. È davvero così come scrive Magaldi?
R. Facendomi questa domanda lei hai avuto un moto di sorriso. Provo la sua stessa sensazione…
D. Ancora oggi il termine «massoneria» è legato a fatti o esperienze poco edificanti. Basta pensare alla P2, che si trasformò in un’organizzazione criminale ed eversiva.
R. Non so per quanto tempo ancora ci porteremo dietro la vicenda della P2, che nacque come loggia massonica del Grande d’Oriente d’Italia deviando poi il suo corso. Domando a chi ha questa opinione: cosa dovremmo fare per scrollarcela di dosso?
D. La colpa non deriva dal fatto che, troppo spesso, delle attività svolte dalle logge o dei nomi dei loro associati non si sa nulla?
R. Nel Grande Oriente d’Italia la trasparenza viene già attuata. Chiunque, collegandosi al nostro sito internet, può reperire informazioni sulle attività che svolgiamo quotidianamente in tutto il Paese.
D. Tutto alla luce del sole, quindi.
R. Bisogna avvicinarsi alla libera muratoria del Grande Oriente d’Italia senza pregiudizi: solo in questo modo si possono comprendere i suoi obiettivi.
D. Però i nomi degli iscritti alle logge, compresa la sua, sono segreti.
R. Come lo sono, giustamente, quelli degli aderenti a tutte le altre associazioni o ai partiti. Ognuno ha diritto alla riservatezza. C’è comunque chi, a tutti i costi, vorrebbe avere accesso ai nomi dei massoni.
D. In che modo?
R. Una legge regionale toscana obbliga gli amministratori pubblici a rendere note tutte le associazioni a cui appartengono. In passato il Friuli-Venezia Giulia imponeva a chi era dipendente o amministratore pubblico di dichiarare la non appartenenza alla Massoneria. Nonostante la condannata da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, pochi giorni fa, nella stessa Regione, ai candidati a far parte di una specifica commissione è stato domandato se appartenessero o meno a società di carattere massonico. La trovo una discriminazione notevole e palese.     
D. Di cosa dibattete durante le vostre riunioni?
R. Pochi giorni fa ero a Bari, dove sono state innalzate le colonne di una nuova loggia all’interno del Grande Oriente d’Italia. Si è parlato di armonia.
D. Armonia?
R. Il lavoro all’interno di una loggia è educativo. In quelle del Grande Oriente d’Italia si parla uno alla volta, non c’è mai una sovrapposizione delle voci. Non ha ragione chi urla di più, tutti hanno un loro punto di vista e rispettano quello dell’altro. Il metodo educativo delle logge dovrebbe essere applicato a tutti i consessi civili e umani. 
D. Lei che, se non sbaglio, non proviene da una famiglia di tradizioni massoniche, come e quando ha capito di voler intraprendere questa esperienza?
R. Nel 1977 lessi su l’Espresso i nomi dei Maestri venerabili delle logge italiane. C’erano anche quelli dei quattro presenti nella mia città, Siena. Persone fra le più brave che esistevano nel contesto cittadino. Questo particolare mi incuriosì e da lì iniziai a leggere testi riguardanti la massoneria. 
D. Poi cos’è successo?
R. In questo percorso di lettura incontrai un massone con il quale cominciai a dialogare e il 24 settembre 1982 venni iniziato in una loggia massonica.
D. Il Grande Oriente d’Italia conta circa 22.500 iscritti. Qual è il profilo dei vostri aderenti?
R. Sono rappresentate tutte le categorie sociali: professionisti, impiegati, artigiani, commercianti… È una comunione composita.
D. Ci sono anche giovani?
R. Sì, e il loro numero è in aumento.
D. Quali sono i motivi che oggi spingono un giovane ad entrare a far parte della Massoneria?
R. Nel mondo contemporaneo c’è molta confusione. I giovani vedono nelle logge massoniche luoghi dove si può parlare avendo la sicurezza che chi ti ascolta non ti giudicherà per quello che dici ma anzi sarà disponibile al confronto. Le racconto un episodio.
D. Prego.
R. Alla nostra storica celebrazione del 20 settembre era presente Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente di Montecitorio, che non è iscritto alla Massoneria. Al termine dell’incontro l’esponente Pd è stato inseguito da una giornalista che gli ha chiesto il motivo della sua presenza in quella sede. Lui ha risposto di essere venuto perché dialoga con tutti, aggiungendo di aver sentito parlare di solidarietà e nuovi italiani. «Magari» ha concluso «i partiti discutessero di questi argomenti».   
D. Come funziona, tecnicamente, l’ingresso in una loggia?
R. Partiamo da un presupposto: massoni si nasce ma si può non diventare se non si incontra lungo la strada qualcuno che, terminata la fase di osservazione da parte di alcuni fratelli che già appartengono alla loggia, ti fa presentare la domanda di ingresso.
D. Continui.
R. Una volta concluso questo passaggio l’aspirante massone incontrerà più volte i fratelli esperti, poi la loggia voterà per l’ammissione o la non ammissione. In caso di esito positivo si svolgerà la cerimonia di iniziazione, che è ampiamente spiegata nei libri che si sono occupati della massoneria. La mia tegolatura, termine tecnico che indica questo arco temporale, è durata quattro anni. Il primo grado è quello di «apprendista libero muratore».
D. Gli altri?
R. I gradi sono tre: oltre a quello esposto poc’anzi ci sono «Compagno d’arte» e «Maestro». Ogni loggia ha a capo il «Maestro venerabile». Inoltre, a livello nazionale, ci sono il «Gran Maestro» e la giunta. A livello circoscrizionale, infine, figurano i presidenti dei collegi circoscrizionali, cioè i coordinatori delle attività delle logge a livello regionale. 
D. Per i liberi muratori appartenere alla Massoneria comporta dei costi?
R. Sì, 180 euro all’anno più un contributo per l’uso della casa massonica che può variare da città a città.
D. Il suo ruolo prevede un compenso?
R. Il mio compenso è di 129 mila euro lordi.
D. «La Massoneria ha stima, rispetto e considerazione per le donne» però «non le ammette nell’Ordine». Perché?
R. Noi siamo i prosecutori dell’opera dei costruttori di cattedrali, fra i quali non figuravano donne, e ancora oggi viaggiamo lungo questa tradizione storica. Nel mondo la Massoneria considerata regolare è quella dove non sono presenti le donne. Collegati al Grande Oriente d’Italia ci sono però i cosiddetti «capitoli della stelle d’Oriente» di cui fanno parte mogli, figlie e fidanzate dei massoni che svolgono soprattutto un’opera filantropica. 
D. Ha parlato di «massoneria regolare». Ne esiste anche una irregolare?
R. Non lo so, ma periodicamente si leggono strani nomi di nuove logge massoniche. Sul termine «Massoneria» non c’è un copyright, quindi ognuno può crearne di non regolari.
D. Veniamo al rapporto con la politica. Nel testo di Magaldi tutti gli uomini più importanti del pianeta, da Angela Merkel a Mario Draghi, risultano iscritti alla Massoneria. Matteo Renzi è definito un «aspirante massone»: il premier vorrebbe entrare a far parte della Three Eyes, loggia di stampo conservatrice alla quale, sempre secondo l’autore, appartengono anche il numero uno della Bce e Giorgio Napolitano. Le risulta?
R. Non ho prove a riguardo. Se Magaldi le ha le tiri fuori. Ciò che posso dire con certezza è che i nomi che mi ha citato non fanno parte del Grande Oriente d’Italia.
D. Si vocifera che l’ex sindaco di Firenze non piaccia troppo ai massoni…
R. Non so chi abbia messo in giro questa voce. Rispondo dicendo che, positiva o negativa che sia, ogni massone del Grande Oriente d’Italia è libero di avere una sua opinione sul premier e di pensare ciò che vuole. 
D. Qual è il suo giudizio sul presidente del Consiglio?
R. Il parere personale di Stefano Bisi su Matteo Renzi non interessa a nessuno, quello di Stefano Bisi su Matteo Renzi in qualità di Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia verrebbe sicuramente strumentalizzato. Preferisco quindi astenermi dal dare giudizi. Noi massoni rispettiamo le istituzioni e chi le governa, abbiamo a cuore solo il bene dell’Italia.
D. Oggi essere un massone è un pregio o un difetto?
R. Personalmente lo ritengo un pregio. Però, purtroppo, nel caso del Friuli-Venezia Giulia di cui ho parlato prima l’appartenenza a una loggia diventa un difetto e crea un danno. È il segno che ancora oggi il pregiudizio è duro a morire.