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lunedì 20 aprile 2015

L'allocuzione del Gran Maestro Stefano Bisi, dobbiamo illuminare il mondo con il coraggio delle idee e la costanza delle azioni

Gran Loggia 2015
"Fuori dal Tempio c'è un mondo in difficoltà che attende il nostro impegno, e la nostra fraterna insostituibile, temprata, solidarietà". "Dobbiamo essere pronti a trasformare noi stessi, come già facciamo con un lungo e paziente lavoro all'interno delle nostre officine. Lo dobbiamo fare con costante impegno, mettendo in campo tutta la fiducia possibile e le nostre forti mani imbrattate di onesta calcina". "L'Italia, i nostri giovani e quelli delle altre nazioni, hanno diritto ad un domani migliore e noi abbiamo il preciso dovere morale di intervenire e dare il nostro non indifferente contributo alla costruzione della nuova società". Sono alcuni dei punti chiave dell'allocuzione tenuta dal Gran Maestro Stefano Bisi, venerdì 10 aprile al Palacongressi di Rimini in occasione della Gran Loggia, l'assemblea del Grande Oriente d'Italia, che ogni anno riunisce parecchie migliaia dei 23mila massoni italiani del Grande Oriente d'Italia e che è stata dedicata in questa edizione al tema "Il coraggio delle idee, la costanza delle azioni". Più volte interrotto da lunghi applausi il Gran Maestro sotto il cielo stellato del Tempio aperto al pubblico, ha emozionato la sterminata platea con le sue parole ricche di umanità, con il suo appello a cambiare per migliorare noi stessi e il mondo, a tendere la mano agli altri, al nostro prossimo, a chi ne ha bisogno, con il suo invito a dar corso a quella che è la vera rivoluzione, la rivoluzione del cuore. Il suo primo pensiero è stato per i giovani, ai quali, ha detto, abbiamo il dovere di consegnare un mondo migliore. Per fare questo, ha aggiunto, dobbiamo puntare sull'enorme tesoro della nostra cultura, per rilanciare la quale ha invitato a cogliere l'occasione del 750° anniversario delle nascita di Dante Alighieri. Poi Bisi ha sottolineato il grande dovere della solidarietà, che è una missione e un impegno importante per i liberi muratori. E ha citato come esempio quello di un Fratello, che ha saputo trasformare il suo dramma personale in una spinta per aiutare gli altri, per mettersi al servizio di chi soffre di problemi di udito e di comunicazione. Il Gran Maestro ha voluto ricordare anche due grandi figure di Liberi Muratori, quella Giovanni Becciolini, eroe della libertà e testimonial della Gran Loggia 2015, ucciso dai fascisti il 3 ottobre del 1925 e quella di Salvatore Allende, Fratello che imperniò la sua vita sui valori della Massoneria. Ma non si può vivere di solo passato, ha avvertito. Dobbiamo avere, ha sottolineato, il coraggio di cambiare e al tempo stesso di essere costanti come "una goccia d'acqua che batte con insistenza sulla pietra e la scava, la leviga, la rende più pura". Le conclusioni dell'allocuzione sono state dedicate alla luce, un elemento che per i Liberi Muratori è tutto. E alla volontà e alla passione. Dobbiamo essere, ha sottolineato Bisi, come il guerriero di Pierangelo Bertoli, "quel guerriero senza patria e senza spada con un piede nel passato e con lo sguardo diritto, fiero e aperto verso il futuro". Un interminabile applauso ha concluso l'intervento. Poi nel tempio sono risuonate le note della canzone di Vasco "Cambiamenti".