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lunedì 15 giugno 2015

Quelle agapi speciali a Longiano durante la Gran Loggia

Fratellanza e amicizia
"Ogn'anno c'è l'usanza". Citando l'incipit della celebre poesia 'A livella di Toto', che era un massone, Michele Angiola, della "Onore e Giustizia" (257) di Bari, racconta quella che è diventata durante la Gran Loggia di Rimini una vera e propria tradizione per alcuni Fratelli. Una tradizione che si rinnova ormai da diversi anni attraverso un appuntamento che li vede spontaneamente riunirsi in agape a casa di Mauro Matassoni della "Guido Nozzoli" (1282) di Rimini. Un modo per stare insieme e rendere onore alla terra che ha prodotto il cibo e a chi a realizzare quel cibo ha lavorato. Un modo per cementare quell'amicizia, vera, spontanea, disinteressata,che ti fa "dare" senza pensare se "avrai", quella che –come dice Matassoni– ti fa fare gli stessi sogni senza la necessità di dormire nello stesso letto. Da Mauro si va durante le pause dei lavori, ma è il sabato sera il momento clou nella sua casa a Palazzo Vicini, che sorge sulla cinta muraria di Longiano. Un luogo magico dove chi varca la soglia, racconta Angiola, sente il profumo e vede l'impronta degli amici-fratelli-massoni che anno dopo anno sono diventati tanti.