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mercoledì 11 novembre 2015

(La Nazione, La Spezia) La Massoneria piace ai giovani “In tanti ci chiedono di entrare”. Il Gran Maestro Stefano Bisi al raduno delle logge Risorgimento


La Nazione, La Spezia dell’11 novembre, richiamo in prima pagina dell’intervista al Gran Maestro
Nello scorso week-end il Santa Caterina Park Hotel, che di solito ospita le squadre avversarie dello Spezia Calcio (nei prossimi giorni ci sarà il Cagliari), è stato teatro di un evento di ben altra natura. Si sono infatti radunate lì tutte le logge massoniche Risorgimento e Nuovo Risorgimento del Grande Oriente d’Italia. Un meeting che ha richiamato duecento persone provenienti da tutta la penisola, molte arrivate con le rispettive famiglie che ne hanno approfittato per visitare il nostro territorio: c’è chi è venuto persino dalla Calabria e dalla Sardegna per un appuntamento che viene celebrato ogni due anni. E questa volta Sarzana è diventata il crocevia, visto che l’organizzazione del meeting massonico è stata curata dalla loggia Nuovo Risorgimento della Spezia. A un appuntamento di tale portata, non poteva mancare il Gran maestro Stefano Bisi. Sul pieghevole del meeting è stata riportata una sua frase significativa: «Dovete avere il coraggio di essere maggioranza e dovete avere il coraggio di essere opposizione».
Nonostante le cose al giorno d’oggi siano un po’ cambiate, bisogna anche avere il coraggio di essere massoni? «Sì, perché il pregiudizio è duro a morire. E cito due esempi che rendono bene l’idea. Alla Gran Loggia di Rimini abbiamo invitato il coro di bambini ‘Verdinote’ di Fabriano. I genitori erano stati avvisati e non avevano avuto nulla da eccepire, ma quando il coro è tornato a casa, il parroco ha detto alla direttrice di farsi da parte. A Jesi invece il presidente del consiglio comunale che aveva assistito ad una nostra iniziativa pubblica è stato duramente attaccato e contestato. E che dire di un ministro della Repubblica che pochi giorni fa si è permesso di rispondere ad una provocazione con la frase: ‘Massone sarà tua sorella’.
Chi sono i massoni? «Persone comuni, di tutti i ceti sociali e di tutte le età. La nostra associazione è in controtendenza rispetto alle altre, dove la gente va via. Da noi invece gli iscritti sono in costante aumento, il 10 per cento in più. Siamo arrivati a 22.750, il numero più alto mai raggiunto».
Ci sono anche tanti giovani? «Esattamente, molti under 35 sono entrati o hanno chiesto di poter entrare da noi. E ce ne sono parecchi proprio dalla Spezia. Ci contattano anche sul web, attraverso il sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia, la media è di due o tre al giorno, non è una cosa da poco».
Che cosa cercano? «Non certo un lavoro. Chi viene per quello ha sbagliato porta, anzi, potrebbe essergli perfino dannoso».
Ci si può avvicinare alla massoneria anche attraverso il web? «Sì, però bisogna fare attenzione perché il web può essere utilizzato sia a fin di bene che a fin di male. Ci trova spazio anche chi urla di più e chi denigra, quindi non sempre è positivo. Chi vuole conoscerci, consulti il sito www.grandeoriente.it».
Qual è l’obiettivo prioritario che vuole raggiungere durante il suo mandato di Gran maestro? «Sono due. Il primo è far vivere la nostra comunità con l’armonia tra i fratelli. Siamo presenti in tutti i capoluoghi italiani eccetto Matera, dove però rinascerà una loggia a gennaio. Poi mi piacerebbe poter aprire le porte di palazzo Giustiniani per ospitarvi la mostra della massoneria. Chiediamo la restituzione di parte dei locali della vecchia sede che il Fascismo ci ha tolto e che la Repubblica non ci ha ancora restituito, nonostante gli accordi».
Nella riunione a cui ha partecipato, uno dei temi era il Risorgimento. Che rapporto c’è, oggi, con la Chiesa? «Va visto in maniera nuova. Non ci vogliono più muri, dobbiamo costruire delle porte. La breccia di Porta Pia va vista come un ‘foro’ fatto per unire, non per dividere. Lo stesso Papa Paolo VI parlò di ‘data della provvidenza’ perché toglieva alla Chiesa il potere temporale e aumentava quello spirituale. Auspico che il 20 Settembre venga ripristinato come solennità civile e diventi una giornata di riflessione». Leggi l’articolo su La Nazione, La Spezia dell’11 novembre 2015.
di MASSIMO BENEDETTI