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lunedì 15 febbraio 2016

Fiction su Vassallo. Simboli massonici indosso al personaggio di don Marra: grave offesa per la massoneria / infocilento.it


Non accennano a placarsi le critiche sulla fiction ‘Il Sindaco Pescatore’. Questa volta, però, le critiche non riguardano la figura del protagonista Angelo Vassallo, né l’immagine data del Cilento e neppure sceneggiatura o recitazione. A finire nel vortice delle polemiche, invece, è il personaggio di don Marra, un signorotto locale, una figura che sarebbe stata costruita per lanciare messaggi occulti contro la massoneria. A puntare l’indice contro Rai e Produzione è Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Quest’ultimo si è rivolto direttamente al direttore generale della Rai per avere spiegazioni. “Nel corso della fiction – scrive Bisi – il protagonista si imbatte in un personaggio, don Marra, che incarna la lobby affaristica-camorristica del luogo e che porta al bavero della giacca un simbolo molto caro a noi massoni: la squadra e il compasso intrecciati. Questo simbolo viene più volte evidenziato e il messaggio che alla fine viene fatto passare in chi vede il film e nell’immaginario collettivo è molto esplicito e per noi altamente offensivo e sbagliato”.
Insomma la visione di un simbolo massonico indosso ad un personaggio così negativo per i massoni è “sconcertante” poiché accosta la Massoneria e il malaffare”.
“Noi liberi muratori – si legge nella lettera – siamo rammaricati dal fatto che, sia pure nell’ambito di una fiction, per l’ennesima volta si voglia fare passare la Massoneria per un potere criminale o colluso con la criminalità. La Rai da servizio pubblico ha il compito di informare, di educare, di fornire dei prodotti che non ledano e non mettano a rischio l’immagine di cittadini, associazioni, istituzioni come il Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani”.
In conclusione il Gran Maestro Bisi, pur manifestando apprezzamento per la figura del Sindaco Pescatore, sottolinea: “non vogliamo che la grande storia della Massoneria sia infangata da trame che, per mere ed accattivanti esigenze di copione, nulla hanno a che vedere con la realtà della nostra Istituzione”.