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martedì 19 aprile 2016

Lettera del Gran Maestro Stefano Bisi al Procuratore Principato: “Dichiarazioni generiche ed infamanti. La massoneria del Grande Oriente d’Italia rifiuta indignata qualsiasi equazione semplicistica mafia=massoneria”


Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi ha indirizzato una ferma lettera di protesta al Procuratore aggiunto di Palermo, dottoressa Teresa Principato, in merito alle dichiarazioni rese dal magistrato al Tg1 nell’edizione delle 20.00 di domenica 17 aprile. Rispondendo ad una domanda della giornalista sulla rete di protezione che circonderebbe Il latitante Matteo Messina Denaro, il procuratore ha detto: “È coperto da mafia, massoneria, settori della borghesia professionale ed imprenditori”.
Il Gran Maestro Bisi si è detto sconcertato ed indignato per una dichiarazione così semplicistica e generica che accomuna tutta la Massoneria come in odore di mafia. “Un’affermazione, secondo me, generica ed estremamente grave – ha scritto Bisi al Procuratore – che ha creato nel sottoscritto e nei 23mila fratelli dell’Istituzione massonica che rappresento un grande imbarazzo e, se mi consente, una fortissima e legittima indignazione. Mafia=Massoneria e massoni=mafiosi è un’equazione che non si può fare in maniera così semplicistica, e tirando in ballo tutti coloro che fanno parte della Libera Muratoria Universale”.
Ed ha aggiunto: “Noi del Goi siamo per la legalità e combattiamo i mostri della ndrangheta, della camorra e della mafia. Noi siamo fedeli alla Repubblica ed ai suoi valori. Da qualche mese in tante località italiane si stanno svolgendo dei convegni in cui celebriamo l’ormai prossimo 70° anniversario della nostra amata Repubblica. Ecco perché siamo rimasti sconcertati nel sentire dire certe parole. Se ci sono delle prove di collusione bisogna agire contro quei soggetti ed evitare di sparare nel mucchio…
La Procura della Repubblica di Palermo, di cui Lei è componente autorevole, deve continuare con decisione e con tutti i mezzi che ha a disposizione le indagini per arrivare alla cattura dei latitanti e al trionfo della Giustizia e della Legalità. Ma deve esercitare il suo operato senza creare problemi ed esporre anche a pericolosi rischi d’incolumità, vista la difficile epoca che stiamo vivendo, Istituzioni e persone che nulla hanno a che vedere e a che fare con la criminalita’ organizzata.
Per questo, Egregio Procuratore, Le chiedo vivamente in futuro di evitare incresciose e infamanti generalizzazioni. Non lo meritano le migliaia e migliaia di massoni che lavorano con trasparenza fuori e dentro i templi della Fratellanza e dedicano il loro tempo e il loro sacrificio a creare una sola rete di protezione: la tutela dell’Umanita’”.