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venerdì 24 febbraio 2017

GLI ESSENI


essenoGli Esseni furono una setta di grande interesse, con una visione del mondo molto particolare.
Essi espressero per la prima volta idee che sono della massima importanza per il nostro tempo. Per avere notizie su di loro bisogna risalire alla grande scoperta, fatta nel 1947, all’interno di grotte situate nei pressi di Qumran, nel Mar Morto (vedi: Manoscritti del Mar Morto), nelle quali vennero ritrovati rotoli interi di documenti e numerosi frammenti degli stessi. Una parte consistente di documenti è già stata pubblicata, una parte ancora no.
I primi scopritori si convinsero che la setta dei rotoli fosse la comunità degli Esseni. Questa comunità era già conosciuta da secoli, attraverso gli scritti degli autori antichi, tra i quali Flavio Giuseppe e Filone Alessandrino, famoso filosofo giudaico. Lo stanziamento degli Esseni è menzionato anche da Plinio il Vecchio, vissuto nel primo secolo della nostra era, autore di un’opera di storia naturale in lingua latina.
Nei rotoli ritrovati non compare il nome Esseni. Nelle fonti greche essi sono citati come Essaioi o Essenoi. Sul significato della parola Esseni sono state fatte numerose congetture. Secondo alcuni sembra che la forma latina potesse derivare dall’ebraico ” hasidium” (pii), secondo altri il nome derivava dall’aramaico “asya” (medico).
La questione, però, è di secondaria importanza; infatti, sebbene alcuni autori antichi abbiano citato gli Esseni, solo oggi, attraverso i loro scritti, possiamo capire chi essi siano.
Tra i rotoli vi sono opere che sono sicuramente collegate agli scritti esseni, ma ve ne sono altre che non sono interamente di provenienza essena. Gli Esseni erano impegnati nello studio della Bibbia per ritrovare il loro ruolo nella storia del mondo; essi composero delle opere di esegesi biblica.
Si stanziarono nella zona del Mar Morto, vicino a Ein Gedi, e qui fondarono la loro comunità e misero i rotoli nelle grotte, proprio nel luogo dove essi vennero ritrovati.
LA VITA QUOTIDIANA
Secondo Plinio gli Esseni erano una comunità che aveva abbandonato le vanità del mondo.
Essi si erano elevati spiritualmente ed avevano conseguito una conoscenza mistica piuttosto consistente. Si erano isolati vivendo tra le palme da dattero, tenevano la proprietà in comune e non si sposavano, vivendo in uno stato di santità. Si dichiaravano pacifisti, ma si preparavano, al tempo stesso, per la guerra di distruzione totale, una rivoluzione mondiale nella quale essi sarebbero stati l’Elite di Israele. Vivevano presso le rive dei laghi e dei fiumi, lontani dai centri abitate e dalle città. Erano principalmente agricoltori e frutticoltori, vantavano una grande conoscenza del suolo e del clima, e questo permetteva loro di coltivare una notevole varietà di frutta e vegetali anche in zone relativamente desertiche.
Gli Esseni non avevano schiavi o servi: furono il primo popolo che condannò la schiavitù sia nella teoria che nella pratica. Nella loro comunità non esistevano il ricco e il povero, perché queste condizioni erano considerate delle deviazioni dalla loro legge.
Si dedicavano principalmente allo studio, sia della Bibbia che delle discipline come la medicina e l’astronomia. Essi furono considerati gli eredi dell’astronomia persiana e caldea e dell’arte egizia della guarigione. Erano anche esperti profeti e si preparavano alla profezia con un digiuno prolungato. Conducevano una vita semplice, alzandosi ogni mattina prima dell’alba per studiare, si bagnavano ritualmente nell’acqua fredda ed indossavano tuniche bianche.
Dopo il lavoro quotidiano nei campi e nelle vigne consumavano il loro frugale pasto in silenzio: non mangiavano carne e non bevevano vino. La sera era l’inizio della loro giornata, e il loro Sabato, o giorno santo, cominciava il venerdì sera ed era, per loro, il primi giorno della settimana.
Questa giornata era dedicata allo studio, alla discussione, alla musica, poiché essi suonavano diversi strumenti musicali. Dato il loro stile di vita, essi erano persone sane e robuste e raggiungevano spesso la tarda età.
Per essere ammessi alla loro comunità bisognava sostenere un periodo di prova di un anno, quindi seguivano tre anni prima dell’iniziazione, seguiti da sette anni di tirocinio prima di essere ammessi completamente.
Testimonianze riguardanti il loro stile di vita giungono dagli scritti dei loro contemporanei. Oltre ai già citati Plinio, Giuseppe Flavio e Filone, anche Solanius ed altri ne parlarono in vari modi, definendoli “una razza particolare, più interessante di tante altre” e venivano considerati “i più antichi iniziati che ricevono il loro insegnamento dall’Asia centrale”.
LA REGOLA DELLA COMUNITA’ O MANUALE DI DISCIPLINA
La Regola della Comunità venne rinvenuta nella grotta numero 1. Essa illustra i riti e le regole che guidavano la vita della comunità, le istruzioni al Maestro e ai subalterni e i principi di comportamento e le punizioni per la loro violazione.
Il testo incominciava enunciando i principi in base ai quali la comunità si definiva e si distingueva. Secondo tali principi i membri dovevano impegnarsi in un “Patto davanti a Dio per fare tutto quanto Egli ha ordinato” e, sempre secondo tali principi, a chi praticava l’obbedienza sarebbero “state perdonate tutte le colpe”.
La fedeltà alla Legge aveva una importanza fondamentale; tra le varie denominazioni che designavano i membri c’erano i “Guardiani del Patto”e gli “zelanti della legge”. Il Patto prevedeva determinati riti, tra cui il lavaggio e la purificazione per mezzo del battesimo, non una volta soltanto, ma tutti i giorni. Vi erano le preghiere quotidiane all’alba e al tramonto e la recita della Legge.
Tra questi riti si parla anche del “patto della comunità”simile, come dimostrano altri rotoli, all’Ultima Cena; essa parla anche del Messia. I membri che “procedono nella via della perfezione” devono rispettare la Legge “fino alla venuta del Profeta e dei Messia di Qumran e di Israele”. In questo brano del rotolo si fa riferimento a due figure regali, a due Messia distinti: uno discendente dalla stirpe di Aronne, l’altro della stirpe di Davide e Salomone, quindi di Israele.
All’epoca il termine Messia aveva un significato ben diverso da quello della tradizione cristiana: significava “l’Unto”, cioè colui che era stato consacrato con l’olio. Nella tradizione di Israele sia i re che i sacerdoti erano unti, cioè messia.
ROTOLO DI RAME
Il Rotolo di Rame venne ritrovato nella grotta n. 3 di Qumran. Questo documento è l’inventario di 64 luoghi dove era nascosto un tesoro formato da oro, argento e pietre preziose. Molti dei luoghi che vengono nominati si trovano a Gerusalemme, sotto o nelle vicinanze del Tempio; altri sono in territori vicini ad una distanza equivalente a quella di Qumran.
Se le cifre di cui parla il rotolo sono esatte, il tesoro ammonterebbe a 30 milioni di sterline, una somma che sicuramente piacerebbe a molti. Ma ciò che più conta del valore materiale è il significato religioso e simbolico; questo rende tale tesoro di un valore inestimabile.
Quando fu rivelato il contenuto del rotolo non venne fatto nessun accenno alla circostanza che nel testo si affermava che si trattava del tesoro del Tempio di Gerusalemme, da dove era stato trasportato per essere nascosto e protetto dagli invasori romani. Si può concludere, quindi, che il Rotolo di Rame risalga al tempo dell’invasione romana del 68 d. C. Alcuni esperti sostengono che si tratta di un tesoro del tutto immaginario, ma per molti studiosi esso è esistito realmente. Una cosa è certa: è impossibile localizzare i nascondigli segreti, in quanto le indicazioni, i luoghi, i punti di riferimento hanno toponimi locali ormai dimenticati da tempo.
Nel 1988 venne fatta un’ulteriore scoperta a poca distanza dal luogo dove era stato trovato il Rotolo di Rame. In una grotta, a circa un metro di profondità sotto il livello attuale del terreno, venne rinvenuta una piccola anfora risalente all’epoca di Erode e dei suoi immediati successori. Doveva essere considerata di grande valore, poiché era stata nascosta con molta cura ed era stata avvolta in un telo di fibre di palma. Conteneva un olio denso di colore rosso la cui composizione, in base a delle analisi chimiche, risultò essere sconosciuta. Si pensa che questo olio fosse un balsamo, un’essenza preziosa prodotta a Gerico ed usata per consacrare i legittimi re d’Israele. La sua composizione, purtroppo, non può essere stabilita con certezza perché l’albero da cui l’olio veniva estratto è ormai estinto da millecinquecento anni. In ogni caso, se questo olio fosse veramente un’essenza balsamica, potrebbe far parte del tesoro di cui parla il Rotolo di Rame. In ogni caso il principale privilegio del Rotolo di Rame è di aver dimostrato che Qumran non era una comunità completamente isolata, bensì legata a fazioni collegate al Tempio di Gerusalemme.
Dal MANUALE DI DISCIPLINA:
“Possa Egli benedirti con ogni bene e proteggerti da ogni male. Possa Egli illuminare il tuo cuore con la conoscenza della vita e favorirti con l’eterna saggezza. Possa Egli far discendere su di te le sue Settuple benedizioni e la pace infinita”.
 Dal LIBRO DEGLI INNI:
“Mi hai fatto conoscere la tua casa profonda e misteriosa. Tutto esiste grazie a Te e non c’è niente al di fuori di Te. Con la Tua Legge hai diritto al mio cuore affinché orienti i miei passi verso giusti sentieri che conducono alla Tua Presenza “.
Dai SALMI DI RINGRAZIAMENTO:
“Loderò le Tue opere con canti di ringraziamento continuamente, di periodo in periodo, ogni giorno secondo l’ordine stabilito: all’arrivo della Luce nel suo deflusso serale, e al ritorno del giorno col defluire delle tenebre; in continuazione, per tutte le generazioni del tempo”

di Emanuela Cella Ferrari