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mercoledì 15 novembre 2017

Tornate a logge riunite della Lombardia il 12 novembre. Il Gran Maestro: “Nessuno fermerà il vento della libertà”


Il “Il vento del Goi soffierà per sempre. Nessuno fermerà il vento della libertà”. Con queste parole Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, ha concluso il suo intervento durante la Tornata a Logge riunite della Lombardia, tenutasi domenica 12 novembre 2017 all’hotel Melià di Milano.
I lavori, condotti dalla Rispettabile Loggia Leonessa Arnaldo all’Oriente di Brescia, insieme alle altre Rispettabili Logge della Provincia di Brescia (Fraglia Ed Stolper, Minerva e Giuseppe Zanardelli), si sono svolti intorno al tema chiaro e molto attuale, “Essere Liberi Muratori oggi, tra realtà geografica e realtà politica”.
Alla Tornata, alla quale sono stati presenti oltre seicento fratelli divisi tra le Colonne ed un Oriente gremitissimo, hanno anche preso parte: il Gran Maestro Onorario Massimo Bianchi, il Grande Oratore Claudio Bonvecchio, il Gran Segretario Michele Pietrangeli, i Grandi Tesorieri Aggiunti Enzo Liaci e Giuseppe Trumbatore, il Presidente degli Architetti Revisori Emanuele Melani, il Rappresentante in Gran Giunta del Consiglio dell’Ordine Fabrizio Celani, i Presidenti dei Collegi Circoscrizionali di Abruzzo, Emilia – Romagna, Liguria, Piemonte, Puglia, Toscana, Veneto, Trentino Alto Adige, l’ex Gran Maestro della Gran Loggia della Svizzera Alpina Alberto Menasche accompagnato dal Primo Gran Sorvegliante Giorgio Grandini, l’ex Deputato Gran Maestro della Gran Loggia di Turchia Ahmet Unan Erman.
I Fratelli hanno avuto la rara opportunità di ascoltare testimonianze di profilo alto e, per certi versi, drammatiche.
“Sì, essere Massoni in Calabria e in Sicilia è più difficile. Ma vorrei ricordare che la nostra terra è la terra di Giovanni Gentile”. Così Quintino Paola, Maestro Venerabile della Loggia Francisco Ferrer n. 908 all’Oriente di Castelvetrano. “Noi” ha continuato “siamo portatori di tolleranza e di accoglienza: l’anno scorso Stefano Bisi, il nostro Gran Maestro, venne a donare 100 tende, a nome del Goi, al campo profughi collegato a Libera: un po’ di sollievo a esseri umani che dormivano al freddo. Don Ciotti dovette correggere il tiro di quelle brutte parole che aveva rivolto alla Massoneria” . Quintino Paola ha ricordato quanto veemente sia stato l’attacco della Commissione antimafia e della sua Presidente Rosy Bindi. “Per due volte il Gran Maestro ha detto no alla consegna degli elenchi del Goi di Calabria e di Sicilia. L’Amministrazione comunale di Castelvetrano venne sciolta per infiltrazioni mafiose e 14 amministratori pubblici dichiarati ineleggibili, impresentabili. Tra loro anche due nostri Fratelli: gli assessori Giuseppe Rizzo e Mimmo Signorello. La loro grave colpa: essere Massoni. Ma il Tribunale di Marsala li ha prosciolti da ogni accusa. Ora sono di nuovo eleggibili, presentabili. Appartenere al Goi non è reato. Gli elenchi, ha detto recentemente un magistrato parlando qui da voi, a Milano, non si sequestrano a nessuno. Perché, come diceva Giovanni Falcone, il sospetto è l’anticamera della calunnia”.
Della sofferenza e delle difficoltà dei Liberi muratori in un Paese con la democrazia incerta, dove sono confusi i confini tra politica e religione, ha parlato Ahmet Unan Erman, ex Gran Maestro e Grande Oratore della Gran Loggia di Turchia: “La Turchia, che Mustafa Kemal Atatürk aveva trasformato in un eden di laicità e di modernità” ha detto Erman, sta diventando un regime musulmano, nella palude del Medio Oriente e con rapporti difficili, sempre più difficili, con gli Stati confinanti. Gli Stati Uniti non ci concedono più il visto e le nazioni europee boicottano la nostra economia. Con l’Italia il rapporto è sempre stato di amore odio, più amore che odio: ci assomigliamo. E storicamente il Goi lo abbiamo fattivamente al nostro fianco. Suggerisco a questo proposito di leggere il libro di Eleonora Locci, Massoneria nell’Impero Ottomano”.  Non è semplice, dunque, neanche in Turchia essere Massoni oggi. “In effetti” ha detto ancora Erman “ siamo un po’ passivi. Il governo turco per ora non ci sta facendo nulla. D’altro canto noi stiamo molto sotto traccia. Dobbiamo uscire tutti dall’impasse, per farlo io credo che in questi momenti difficili sia fondamentale aiutarci tra Fratelli difendendo fino in fondo i diritti umani. Come mio padre volle che fosse scritto nella sua lapide: se in un Paese sconosciuto esiste un solo uomo i cui diritti non si rispettano, quella persona sono io”.
Forte, ma equilibrato, è stato l’intervento del Fr. Tonino Salsone, Presidente del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Lombardia: “Il 24 giugno scorso la Massoneria Universale ha compiuto 300 anni di vita e una doppia pagina del quotidiano Il Giorno lo ha ricordato benissimo. Tante sono state le manifestazioni, i convegni e le iniziative svolte. Penso a Varese, a Cremona, a Pavia, a Como. Sabato 18 novembre continueremo le celebrazioni a Brescia. Il 30 settembre scorso il convegno sulle libertà civili a Milano.
Ma non è tutto. “Il prossimo tre dicembre” ha proseguito Tonino Salsone, “al Conservatorio di Milano un evento eccezionale: l’incontro tra le Arti e la Libera Muratoria, con momenti di cultura condotti da Alessandro Cecchi Paone che, in quell’occasione, realizzerà anche un’intervista pubblica al Gran Maestro Stefano Bisi. Perché vedete Carissimi Fratelli, la Massoneria è un’istituzione in controtendenza: siamo attrattivi. E cresciamo. Stiamo con i più deboli, difendiamo la libertà. Abbiamo un Gran Maestro che va a Scampia. Come dice il Grande Oratore Claudio Bonvecchio: siamo gli autentici aristocratici del pensiero. E cresciamo perché bbiamo un progetto che non teme il tempo. Per questo ci attaccano, ci denigrano. Abbiamo subito inchieste giudiziarie che si sono rivelate di cartapesta. Vinceremo questa battaglia. Fra trecento anni ci saremo ancora. Ma degli uomini che ci vogliono male non ci sarà più nessuno e la memoria dell’uomo non ne conserverà traccia”, ha concluso Tonino Salsone.
Una verve particolarmente sintetica e battagliera quella di Claudio Bonvecchio, Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia. “Noi siamo in tanti” ha detto Bonvecchio “ e rappresentiamo un esercito in marcia. Un esercito della pace che guarda oltre. Che combatte per il progresso dell’Umanità e per scavare profonde gallerie al vizio. E abbiamo la fortuna di avere una guida sicura, senza spocchia, senza protagonismo. Lo ringraziamo per la forza che ci da. E dobbiamo augurarci che continui a essere la nostra guida. Possiamo considerarci leader nella Massoneria europea, con i beni preziosi della Fratellanza e del coraggio. Siamo tutti siciliani, siamo tutti turchi”.
Prima che la parola passasse al Gran Maestro Stefano Bisi, vi sono stati i saluti della Gran Loggia Svizzera Alpina, che si è dichiarata al fianco del Goi in caso di necessità, della Gran Loggia nazionale francese, la consegna di alcune onorificenze e l’intervento del Gran Maestro Onorario del Goi Massimo Bianchi che ha ricordato come il Goi sia l’unica istituzione dove l’età media si abbassa e gli iscritti aumentano.
“Mi piace la guerra in trincea” ha detto Bisi “e la faccio come la fece mio nonno Pietro a Vittorio Veneto esattamente 100 anni fa. Allora c’era il sogno risorgimentale, oggi c’è il sogno della nostra dignità di Liberi Muratori. Io non tremo”.  Evidente il riferimento del Gran Maestro agli attacchi portati alla nostra Istituzione da settori della politica e dalla Commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi. “Io non consegnerò, non consegnerò, non consegnerò gli elenchi in cambio del mio proscioglimento!!! A fianco ho tanti Fratelli. E sono sicuro che ci saranno anche il 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno, che spero illumini la giudice che deve decidere se devo affrontare un processo”. Il Gran Maestro ha raccontato un episodio molto toccante dal quale, ha spiegato, ha preso molta forza per andare avanti, per combattere. “L’anno scorso, qui a Milano, un Fratello mi consegnò una lettera. Mi piace leggere le lettere dei Fratelli. Vado via sempre con le tasche della giacca piene dei loro messaggi. Ebbene, quel Fratello mi raccontava la sua storia: il fallimento dell’ azienda, il repentino cambio di tenore di vita, la fuga della moglie, la malattia. La leggevo in aereo mentre andavo in Calabria. La mia vicina di viaggio rimase colpita dall’espressione della mia faccia. Quella lettera mi ha dato la forza di andare avanti per difendere tutti noi. Quella lettera è stata un inno alla vita. Il Goi c’è e ci sarà sempre, perché ci siamo tutti noi in catena d’unione. Non ci sconfiggeranno i fanatici del terzo millennio se non ci facciano male da soli a causa della malattia di alcuni Fratelli: la sindrome del Tafazzismo. Ma non è contagiosa”. Contagiosa, invece, è la voglia di fare. “Valorizzeremo le cose belle che portiamo avanti” ha detto ancora Bisi “i nostri amici nel mondo, noi stessi. Chi ci guarda sa distinguere il grano dalla gramigna. Sono stato a Scampia: c’è una libreria che spaccia cultura. È nata una speranza tra le Vele.  Il fanatismo è il male del nostro tempo. Noi no, noi non siamo come loro e guardiamo con attenzione chi ci denigra. Noi sappiamo abbracciare, ma sappiamo anche colpire. Chi ripagherà i due Fratelli assessori di  Castelvetrano prosciolti da tutto e dichiarati presentabili dal Tribunale perché essere Massoni non significa essere mafiosi? Chi risarcirà Giuseppe Rizzo e Mimmo Signorello?” Infine l’imprinting per il futuro, la parola d’ordine :”Il Goi, con i suoi 23 mila Fratelli, con la ritualità fatta bene, con i convegni, non ha nulla da invidiare a nessuno”.
Infine, durante la Tornata il Gran Maestro ha insignito dell’Onorificenza Giordano Bruno il Fratello Antonio Bellino, Maestro Venerabile della R. L. Prospero Moisè Loria all’Or. di Milano e Gran Rappresentante del GOI, mentre il Presidente della Circoscrizione lombarda ha consegnato la medaglia del Collegio della Lombardia al Maestro Venerabile officiante (Angelo Ghiroldi) ed ai Maestri Venerabili coadiuvanti (Matteo Apostoli, Giovan Battista Inversini, Antonio Gallo). (di Marco Gregoretti)